LA FIGURA DEL DIACONO NELLE OMELIE DEL CARDINALE CARLO MARIA MARTINI
«I
diaconi permanenti in mezzo a noi rappresenteranno un segno grande e
visibile dell'opera dello Spirito santo nel Concilio Vaticano II. Voi state
per
entrare in quella schiera di uomini santi (Stefano, Lorenzo, Vincenzo),
che
agli inizi della Chiesa sono detti, dal libro degli Atti degli Apostoli,
"pieni
di Spirito e di saggezza" (At 6, 3). In questo Spirito e in questa
saggezza voi
sarete servi dei misteri di Cristo e, nello stesso tempo, servi
dei vostri
fratelli e sorelle in questa Chiesa locale per la sua costruzione
ed
edificazione nella carità. Il vostro non è uno dei tanti ministeri, ma
deve
essere come lo definì Paolo VI: "la forza motrice" per la diaconia
della
Chiesa. Con l'ordinazione dovrete essere segni viventi del servizio
del Cristo
alla sua Chiesa».
«Questo [del vescovo, ndr] è il
ministero di Gesù, è la gloria di Gesù, è
l'unico servizio pastorale pieno e
definitivo, che è fatto da Dio stesso, da
Gesù per la sua Chiesa. Ed egli,
nella sua bontà, ci associa a tale ministero,
che è anzitutto e
primariamente suo; ha associato a sé san Carlo […]; associa
me, tutti i miei
collaboratori, Vescovi ausiliari, Vicari episcopali,
sacerdoti; associa oggi
anche voi. Il diaconato infatti vi conferisce una
partecipazione
privilegiata al ministero della Chiesa, che è totalmente
relativo al
ministero di Gesù e fa voi diaconi a imitazione della diaconia di
Cristo
Signore crocifisso e risorto in favore della sua Chiesa».
«Io confido
molto nel futuro della nostra Chiesa dalla moltiplicazione del
ministero
diaconale in mezzo al popolo di Dio. La presenza capillare vostra e
di altri
Diaconi permanenti che si impegneranno a vivere in mezzo alla gente
farà di
noi una Chiesa sempre più mossa e guidata dallo Spirito del Risorto,
una
Chiesa capace di promuovere un discernimento realistico sulle condizioni
positive e negative della fede oggi».
«In un mondo dove la mediocrità
avanza - come scrivo nella mia ultima lettera
pastorale sulla Trinità -, in
un mondo dove il calcolo egoistico prende il
posto della generosità,
l'abitudine ripetitiva e vuota rischia di sostituire la
fedeltà vissuta come
continua novità del cuore e della vita, voi volete donare
a tutti
gratuitamente ciò che gratuitamente vi è stato dato, volete
testimoniare la
bellezza di una vita disponibile verso gli altri, di una vita
che si dona ai
fratelli, sull'esempio di Gesù. La gente che avvicinerete, le
persone che
incontrerete nel vostro ministero e anche nel vostro lavoro
quotidiano, le
comunità a cui sarete inviati, vedranno in voi la carità
infinita di Gesù,
la sua assoluta disponibilità, vedranno l'amore del Padre che
perdona e
salva; dovranno percepire nella vostra testimonianza di servizio una
gioia
sorgiva e attraente».
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